Stretching, l'allungamento istintivo nato con l'uomo
Ma stiracchiarsi non è d'altronde il gesto più naturale ed inconsapevole che compiamo non appena svegli? Non sembra quasi che sia il corpo a chiedercelo? Quell'allungamento altro non è che un leggero stretching. Di fatto serve a dare una spinta all'afflusso di sangue ai muscoli (e al cervello), a mitigare la rigidità muscolare e favorire il risveglio e la consapevolezza del proprio corpo.

Dove nasce lo stretching?

Stretching statico: il sistema di stretching più conosciuto prende spunto dallo yoga e, con le sue posizioni e il suo modo di respirare, fonda la sua pratica in esercizi di stiramento muscolare. Consiste nell'assumere una determinata posizione, diversa per ciascun muscolo o gruppo di muscoli. Quindi di mantenerla per alcuni secondi (in genere da 15 a 30) per rilassare il muscolo interessato. Tutto lentamente in modo da non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso da stiramento.
Stretching isometrico, la forma più sofisticata, suddiviso in diverse componenti (PNF, CRAC, CRS) che è praticabile solo dopo adeguata preparazione.
Stretching boutiques e un trend di allenamento in crescita


Flexability e l’approccio logico allo stretching
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Come mantenere giovani le articolazioni
Il modo in cui le persone si muovono è la loro autobiografia. Gerry Spence
Se non sollecitato ed esercitato, il fisico è costretto, con il trascorrere del tempo, a movimenti sempre meno sciolti ed ampi, a stanchezza più repentina e all'impiego di maggiore sforzo in tutte le attività quotidiane. La minore elasticità muscolare, la ridotta capacità di coordinazione, il calo di energia, l'usura delle articolazioni, predispongono infatti il fisico ad un invecchiamento più veloce.
Bisogna contrastarli con l'obiettivo di favorire il ringiovanimento di tutto l'apparato locomotore.
Lo stretching coinvolgendo muscoli, tendini, ossa e articolazioni, favorisce un miglioramento globale della capacità di movimento. Ma anche una migliore lubrificazione articolare contrastando così l'invecchiamento della cartilagine e quindi l’artrosi.
Di fatto lo stretching mantiene "giovani" le articolazioni, rallentando la calcificazione del tessuto connettivo. La funzione che esercita lo stretching è di sollecitazione del tessuto connettivo (tendini, fasce ecc.) presente nella struttura contrattile, oltre alle fibre muscolari. Il tessuto connettivo è estensibile (può essere allungato), ma se non viene regolarmente sollecitato con l’esercizio fisico, in breve tempo perde questa caratteristica essenziale ed invecchia.

Ecco quindi i benefici, e non soltanto relativi alla flessibilità, che questa attività offre a chi la pratica:
- a livello muscolo-scheletrico, lo stretching aumenta l'elasticità dei muscoli e dei tendini, con un miglioramento globale della capacità di movimento.
- è un'ottima forma di prevenzione delle contratture muscolari. In alcuni casi diminuisce la sensazione di fatica e può prevenire traumi muscolari e articolari.
- gli esercizi di allungamento aiutano anche a diminuire la pressione arteriosa favorendo la circolazione. Favoriscono il rilassamento riducendo lo stress fisico e migliorano la coordinazione dei movimenti. Con lo stretching si ottiene anche di diminuire la tensione dei muscoli e la frequenza cardiaca: in una parola, ci si rilassa. L’importante è assumere posture confortevoli, in cui respirare in maniera naturale. Proprio la buona ossigenazione ripristinerà l'equilibrio delle funzioni fisiologiche e del tono muscolare, e quindi, attenuerà ogni stato di tensione nel corpo.
Quando si assumono posizioni scorrette per molto tempo i muscoli contratti iniziano ad accorciarsi. Una volta tornato nella posizione naturale, i muscoli accorciati oppongono resistenza e ostacolano il normale riallineamento dei segmenti ossei. Rendendo più flessibili i muscoli di schiena, bacino e gambe, è possibile riacquistare più facilmente la postura corretta e mantenerla senza sforzo.
Le regole per eseguirlo correttamente
Alcuni suggerimenti pratici quando ci si appresta a praticare questa attività sono:
- individuare il gruppo muscolare da allungare, cercare una posizione comoda ma efficace che, una volta raggiunta, va mantenuta per un tempo da 15 a 30 secondi;
- che l'allungamento non deve superare la soglia del dolore;
- prima dello stretching, è importante che il muscolo sia caldo. Sembrerebbe quindi più adatto dedicarsi allo stretching alla fine dell’allenamento, per aiutare il corpo a rilassarsi dopo la sessione di lavoro. Ma alcuni autori suggeriscono, per aumentarne l’efficacia (soprattutto a livello del tessuto connettivo), di eseguire lo stretching a freddo;
- usare un abbigliamento comodo, che permetta movimenti molto ampi e senza intralciare la respirazione.